Poco prima di Natale abbiamo incontrato Vincenzo Liccardi, Restaurant Coach e Presidente della FIMAR, Federazione Italiana Manager della Ristorazione, per una breve intervista in preparazione alla sua presenza a Short Event del 30 Gennaio 2018.
Ecco cosa ci siamo detti.
NOI: Perché un ristoratore dovrebbe aver bisogno di una figura come la sua, di un Restaurant Coach?
Fare ristorazione, forse più di qualsiasi altra impresa, necessita di capacità tecniche e di competenze manageriali specifiche.
Questo tipo di competenze non sono innate. Si acquisiscono con il tempo, attraverso un percorso formativo lungo e articolato, che comporta studio continuo e preparazione.
La mia attuale figura di Restaurant coach è la fusione di due professionalità, quella del manager di ristoranti con esperienza ventennale, esperto in marketing, comunicazione, controllo di gestione e leadership e quella del coach, ovvero la figura che conosciamo presente nello sport come allenatore che, attraverso l’apertura di una relazione di fiducia e l’utilizzo di moderne strategie neuro cognitive, lavora sulle prestazioni degli atleti per ottimizzarne i risultati.
In sintesi per fare una metafora, un’azienda di ristorazione è un insieme di isole, un arcipelago di sistemi e di settori che, quando mal gestiti, spesso sono scollegati tra loro. Io mi occupo di creare i ponti tra queste isole.
NOI: “In Italia cresce il numero di ristoranti e bar ma tre su quattro chiudono nell’arco di cinque anni. Perché?”
LICCARDI:
È indubbio che di imprenditori pronti a investire e a mettersi in gioco in questo settore ce ne siano.. e pure molti.. ma, una volta messa in piedi l’attività, solo pochi sono veramente in grado di portarla avanti nel tempo.
Da un indagine approfondita condotta con FIMAR si esclude che la crisi economica sia la colpa di questi fallimenti e porta in primo piano l’incapacità di tanti imprenditori nel gestire la propria attività come una azienda.
L’incompetenza, nel complesso sistema di gestione di un attività mista come la ristorazione, è il più grande fattore di rischio per chi volesse aprire un ristorante.
Troppi credono ancora che saper cucinare ed avere la passione “alla MasterChef” sia sufficiente per avere successo in questo mercato. Non è così.
NOI: ” In concreto, quali sono gli errori più comuni che i ristoratori commettono?”
LICCARDI: Improvvisare può rendere solo a brevissimo termine.
Un primo errore comune, quando si apre una attività di questo tipo, dove i complessi sistemici si devono intrecciare allo scopo di produrre un risultato soddisfacente, è quello di non stilare un progetto preventivo, anche se nella mente l’investitore lo ha chiaro sin dall’inizio.
Molti poi ignorano che oggi, per avere successo, la “conoscenza” è un attributo indispensabile per chiunque voglia restare nel Restaurant Business.
Solo chi apprende regolarmente discipline diverse e impara ed integrarle nel proprio business, evolve e prospera in questo settore che muta costantemente. Ma perché adeguarsi agli altri, quando puoi essere unico?
Inoltre bisogna anticipare i tempi, non farsi cogliere impreparati dai cambiamenti e ricercare sempre nuove opportunità per migliorare l’esperienza dei propri clienti e attirarne di nuovi.
NOI: Secondo lei qual è il segreto per avviare un’attività di successo? Da cosa bisogna partire?
LICCARDI: Molti ristoratori e imprenditori, lavorano e entrano nel mercato pensando di fare la cosa giusta in quel momento.
La ristorazione e le esigenze dei clienti stanno cambiando molto velocemente e devi saper anticipare cosa sta per accadere.
Dal mio punto di vista non ci sono segreti ma solo il mettersi lì a fare, e fare molto bene.
Posso elencarti una serie strategie e di competenze meravigliose, che se integrate nella propria attività possono dare risultati sorprendenti.
Management e controllo di gestione:
– key performance indicator – business model canvas – business model analisys – strategic planning – menu analisys – ROI 2.0;
Restaurant marketing
: branding innovation – menu engineering – digital visibility – digital plans strategies – positioning – fidelity – neuromarketing – sales managing;
Comunicazione efficace: copywriting – storytelling – social media – presentazioni applicativi –
team leading – sales management – persuasione linguistica;
Innovazione: statistica predittiva – tecnologia innovativa – business process optimization
Leadership emotiva: bodymind influence – Sensorial project – healty food – wellness – intelligenza emotiva.
Ma senza un modello preciso di gestione tutte queste competenze potrebbero essere mal gestite.
I dettagli ed il resto comunque lo spiegherò a SHORT Event il 30 gennaio !